Testimonianze Viaggio

Di seguito alcune testimonianze di ha condiviso il viaggio in Senegal.

Proponiamo le testimonianze di Francesca e Marina (32 anni) tramite il loro diario di bordo e il blog di Donatella (19 anni) che ringraziamo per la condivisione delle loro emozioni.

Diario di bordo di Francesca e Marina, 32 anni

“La mattinata è stata intensa, le ultime commissioni da fare, la valigia da alleggerire e da Asti ci dirigiamo verso l’aeroporto.
Come bambine al primo giorno di scuola, non sappiamo cosa ci aspetterà, ma sappiamo che attraversare quella soglia ci aiuterà a diventare grandi.
Lavorare nell’accoglienza di cittadini migranti fa sentire impreparati, stimola domande, timori; il lavoro con le persone è complesso, è un’attitudine all’umanità che si deve nutrire e maturare.
Quando atterriamo a Dakar Moustapha, seduto accanto a me, mi dice con orgoglio: “Benvenue en Senegàl”. L’aria umida e calda che mi investe uscita dall’aereo mi toglie il fiato. Ed ecco il sorriso di Demba che ci saluta e stringe Cesare in un forte abbraccio. Demba è senegalese – della Casamance- ma avendo vissuto dodici anni ad Asti, conosce più astigiani di me­.
Ora è tornato a casa e gestisce con due soci una ditta di taxi: Les italiennes a Dakar.
Finalmente assaggio il mio primo Thieboudienne con gazelle (la birra locale).
Al mattino, uscita sul terrazzo, un volo caotico di farfalle mi dà il buongiorno. A pochi metri la spiaggia di N’gor, le piroghe di legno e l’oceano.
Camminiamo tra le distese di banchetti di legno dove gruppi di bambini grigliano pescetti appena pescati.
E’ tardi e il traghetto per Ziguinchor parte nel tardo pomeriggio.
Lo skyline di Dakar rapisce.
E’ l’ora della preghiera per i musulmani, alcuni cercano un angolo privato e si inginocchiano su un morbido tappeto, altri, invece, sgranano un rosario e con gli occhi si perdono nell’orizzonte.
La notte scende velocemente, intorno a noi il buio e il mare: sono in mezzo all’Oceano, molto lontana da casa.”

Blog di Donatella, 19 anni

“Appena arrivata a Dakar mi sono sentita dire “ti auguro di trovare l’amore” da un ragazzo del posto e in un certo senso aveva ragione.
Mi sono innamorata delle mille bancarelle tutte uguali, delle persone che ti salutavano, guardandoti increduli e divertiti a bordo di un pulmino sicuramente migliore dei “pericolosi” car rapid.
Il cibo, sembre abbondantissimo, perchè “mange que l’Afrique te mange”!
I tanti villaggi che abbiamo attraversato..
Mi manca sentirmi che chiamare louloumme (“sbiancata”), le canzoni italiane che ormai sanno anche lì; mancherà Koubanao e i bimbi, che si mettevano in posa appena vedevano una fotocamera..Mi mancherà il sole, il caldo, il Bissap, le  danze, la  cucina, i sorrisi, l’aria fresca della sera e gli abiti di mille colori.
Mi mancherà il calore, i sorrisi sempre pronti e la sensazione di essere davvero in un altro mondo..
Che per me non ha poi così tanto da invidiare al nostro.