ATTRAVERSO I NOSTRI OCCHI

In occasione della Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 20 novembre, Il Comitato Pavia Asti Senegal e l’Istituto Superiore Taramelli-Foscolo con l’ONG Still I Rise e in collaborazione con CSV Lombardia Sud presentano la mostra fotografica “Attraverso i nostri occhi”, l’Hotspot visto dai bambini e dagli adolescenti.

La mostra è rivolta a tutti gli studenti delle scuole pavesi e alla cittadinanza, come spunto di riflessione e di celebrazione dei Diritti dell’Infanzia, in occasione del 30° anniversario della Convenzione ONU.

L’esposizione sarà allestita nella sede del Liceo Taramelli in Via Mascheroni 53 e sarà fruibile per le scuole dalle 8.00 alle 16.00, su prenotazione, referente Prof.ssa Anna Rovati, dal 18 al 30 novembre e sarà aperta anche al pubblico nelle giornate di sabato 23 e 30 novembre, dalle 8.00 alle 15.00.

Dietro l’obiettivo della macchina fotografica, non ci sono giornalisti o fotoreporter, ma i ragazzi e le ragazze che nell’hotspot di Samos (Grecia) vivono da mesi.

I giovani fotografi sono studenti e studentesse di Mazí, la scuola aperta dalla ONG Still I Rise per offrire ai minori rifugiati un’occasione unica di educazione alla resilienza, attraverso l’attività didattica e la formazione psicosociale.

L’iniziativa è parte del progetto Through Our Eyes Worldwide, una grande mostra collettiva contemporaneamente presente per 10 giorni in varie città d’Italia e del mondo.

Con una Kodak usa e getta a colori in mano i giovanissimi ospiti di Mazì hanno catturato la vita che scorre all’interno del campo profughi dell’Isola di Samos: “Attraverso i nostri occhi” svela, in modo intimo e disarmante, le difficoltà che i ragazzi e le ragazze dagli 11 ai 18 anni si trovano a dover fronteggiare ogni giorno nel campo.

Le immagini mostrano la spazzatura che si erge a cumuli, attorno a container allagati dalle piogge. Imprimono sulla carta stanze squallide, danneggiate e sporche, che i ragazzi cercano di abbellire anche solo con qualche luce colorata. Mostrano i bagni comuni e la loro indecenza. Raccontano le proteste della popolazione rifugiata nei confronti della gestione del campo. Fotografano il cibo che viene servito nel campo e le interminabili ore di coda necessarie per ritirarlo.

Eppure, gli studenti hanno consegnato anche fotografie di speranza. Scatti che narrano di un mare bellissimo, delle colline e degli alberi sull’isola di Samos e che raccontano l’entusiasmo nella scoperta dell’Europa e della nostra cultura.

«L’hotspot di Samos sembra lavorare sul filo sottile dell’annientamento umano, piuttosto che sul fronte dell’accoglienza. I nostri studenti combattono ogni giorno una battaglia personale di resistenza contro un sistema che non li percepisce come esseri umani in una condizione di fragilità quanto piuttosto come una entità scomoda e non degna di far parte della società civile», spiega Nicoletta Novara.

«A Mazí abbiamo usato la fotografia per restituire loro la prima persona singolare. Non volevamo che qualcun altro parlasse per loro, ma abbiamo cercato di comprendere meglio – attraverso i loro occhi – la condizione di rifugiato. I nostri studenti ci hanno sorpreso e stupito con le fotografie realizzate facendoci capire quanto sia dura la loro quotidianità, ma anche il fatto che non abbiano perso la capacità di riconoscere la bellezza».

“Attraverso i nostri occhi” è una raccolta di istantanee di vita vera, di giornate, di code, di tramonti, di sogni, di lotte e di incontri, di scontri e di speranze. Una mostra che diventa il modo più concreto e tangibile per posare lo sguardo su una realtà, che deve per forza – quanto prima – uscire dall’oscurità.

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